Quando si parla della coltivazione delle piante si parla per forza di cose della concimazione. Per poter gestire correttamente questa buona pratica agricola occorre però comprendere quali sono le basi sulle quali poi si fondano i principi della concimazione vedendo per i principali elementi quali sono le funzioni dal punto di vista fisiologico e nutrizionale. Iniziamo con il chiarire che le piante necessitano di anidride carbonica che prendono dall'aria e di acqua ed elementi minerali che prendono dal terreno.
Gli elementi minerali si distinguono in base alla quantità assorbita in macroelementi (azoto fosforo e potassio) e microelementi e sono presi dalle radici che esplorano il terreno. Ovviamente se un substrato viene coltivato a lungo la gran parte degli elementi nutritivi viene assorbita e se non li apportiamo ci possiamo trovare sotto la soglia di necessità della pianta. Occorre quindi obbligatoriamente apportare almeno gli elementi minerali che la pianta ha assorbito onde evitare una crescita stentata, ciclo colturale abbreviato, produzioni scadenti e ridotte. Ovviamente concimazioni troppo abbondanti sono da evitare perchè rischiamo di rimanere troppi elementi nutritivi nel terreno a fine ciclo, concimiamo troppo le piante con sviluppo eccessivo della parte vegetativa, c'è accumulo di nitrati nelle verdure da foglia e crescita eccessiva delle malerbe. La forma di concime più usata prevede l'apporto al terreno (incorporandolo) di piccole palline che rilasciamo in maniera più o meno repentina NPK + microelementi. Occorre però ricordare che eistono anche concimi liquidi e concimazioni fogliari, pratiche di cui parleremo in futuro.
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